Domani, giovedì 25 novembre, si celebra la giornata contro la violenza sulle donne e i giornali, le televisioni, i social network, saranno invasi da foto con scarpe rosse, panchine, fiocchi per ricordare la giornata diventata simbolo contro la violenza sulle donne. “E gli altri giorni? – si domanda il Partito Democratico di Cesena –. La cronaca, anche nella nostra Regione con i fatti drammatici che si sono registrati a Sassuolo e a Reggio Emilia nei giorni scorsi, ci dimostra che bisogna fare di più, molto di più”.
“La violenza contro le donne è un fenomeno sociale che riguarda ognuno di noi, donne e uomini. Sintomo di un’educazione maschilista radicata e fortificata dentro ad atteggiamenti quotidiani solo apparentemente banali. Ciò che sostiene la logica femminicida – sottolineano – non è un raptus, parola usata spesso a sproposito, ma un’idea di possesso ancora troppo marcata nelle azioni sociali ed educative”.
L'operatività del Reddito di libertà, aiuto economico di 400 euro al mese al massimo per un anno, è un primo, ma ancora parziale e assolutamente da rafforzare, segnale. È stata pubblicata qualche giorno fa sul sito dell'Inps la circolare che istituisce il fondo volto a favorire percorsi di autonomia e di emancipazione per le donne vittime di violenza in condizione di particolare vulnerabilità o di povertà, attraverso l'indipendenza economica. Troppe donne si trovano infatti costrette a continuare a vivere in situazioni dalle quali vorrebbero fuggire, tra soprusi e violenza, a causa di ristrettezze economiche. “L’anticamera della violenza fisica è spesso quella economica, cioè la completa sudditanza al partner nell’accesso e nella gestione dell’economia familiare. Dare alle donne in condizione di particolare vulnerabilità la possibilità di emanciparsi economicamente significa offrire loro uno strumento di libertà, per questo – proseguono dal PD Cesena – siamo convinti che il Reddito di libertà rappresenti un piccolo passo in avanti ma assolutamente da rafforzare”.
“A Cesena i dati sono allarmanti e con la pandemia si sono ulteriormente aggravati. Nei primi 10 mesi del 2021 sono già stati raggiunti i dati del 2020 (i quali erano già in crescita rispetto al 2019) per quanto riguarda gli accessi e i contatti con il Centro Donna della nostra città. Le cose possiamo cambiarle – proseguono – solo se le idee diventano azioni concrete di tutti e tutte, solo se facciamo rete tra Amministrazione pubblica, associazioni, Forum donne e cittadini, perché siamo una comunità e dobbiamo dimostrarlo soprattutto di fronte a queste battaglie. Consapevoli che di fronte a qualsiasi atto violento dovremmo non solo manifestare ma interrogarci su come certi comportamenti maschilisti e sessisti siano spesso alimentati da una routine quotidiana costruita su linguaggi violenti, insulti legati al genere e comportamenti oppressivi”.
"Infine – concludono – riteniamo fondamentale rafforzare le misure cautelari e di prevenzione una volta scattato il Codice rosso, la recente legge che mira a garantire maggiore tutela alle vittime di violenza domestica e di genere. Per questo riteniamo indispensabile aumentare la sorveglianza sull'accusato, incrementare i finanziamenti per le case rifugio e poi, visto l'abbassamento dell'età dei persecutori, è necessario istituire un percorso didattico educativo partendo dalle scuole superiori e quindi dai più giovani per far partire da qui una vera rivoluzione culturale".
